Quando all’interno di un’azienda o di un’organizzazione vengono create delle linee guida, delle informative o, più genericamente, dei documenti che indicano modalità di comportamento o gestione di un qualche aspetto del rapporto azienda/utente, siamo nel campo delle Policy.
I tipi di policy che un’azienda crea, lo sappiamo, sono diversi. Giusto per nominarne alcuni:
Privacy Policy: il mondo del GDPR, gestione, conservazione e utilizzo dei dati personali.
Policy interne all’azienda: i regolamenti aziendali sono esempio estremamente diffuso.
Condizioni generali di rapporto/vendita: una particolare gamma di policy che riguarda la vendita/gestione di servizi.
Termini di utilizzo: le modalità di fruizione di servizi dell’azienda.
Procedure operative: il modo in cui devono essere eseguite alcune funzioni specifiche.
Best Practices: un modo più elegrante e anglofono per definire modalità di lavoro e procedure gradite all’azienda.
Policy di sicurezza: da quella informatica a quella relativa alla non divulgazione di contenuti e materiali aziendali, solo per fare un esempio.
E questi sono solo alcuni degli esempi di Policy che possono essere citati. Sicuramente leggendo questo breve elenco vi saranno venute alla mente qualche altra manciata di contesti affini.
![Policy design e legal design: creare efficacia con il metodo giusto](https://www.ldezign.it/wp-content/uploads/2019/02/policy-design-linguaggio-formale.png)
L’errore formale delle policy che avete oggi
La stragrande maggioranza delle policy e documenti relativi che girano nelle aziende e nelle organizzazioni di ogni genere e livello, sono costruite per adempiere ad una richiesta formale: la legge dice che vanno fatte. Oppure lo dice lo studio legale o persino il marketing. Così facendo però si perdono una serie di opportunità. Ve ne citiamo un paio, le più immediate, come stimolo per ulteriori riflessioni.
La prima opportunità è quella di usare a proprio vantaggio la norma anziché subirla.
Se anziché limitarci a fare il “compitino” che l’ordinamento ci richiede usassimo il contenuto della norma per migliorare efficacia ed efficienza nella nostra azienda, i benefici sarebbero immediatamente misurabili. Il vostro legale ha il compito di relazionarsi alla parte tecnica, voi avete l’onere e onore di trasformare il formalismo in servizio.
La seconda opportunità è quella di aumentare l’applicabilità
Più la normativa interna, la policy è compresa e resa attrattiva, coinvolgente e a misura dell’utente, più è facile ottenerne l’applicabilità, la sua condivisione e il suo rispetto a tutti i livelli.
Che scopo c’è nell’avere una politica interna che pochi comprendono e meno ancora condividono?
![](https://www.ldezign.it/wp-content/uploads/2019/02/policy-design-e-comprensione.png)
La terza opportunità è l’aumento della fiducia
Riducendo il formalismo e trasformando la complessità in relazione, si riducono le distanze tra messaggero e destinatario del messaggio stesso. Come abbiamo già detto altrove: se ti capisco meglio ti conoscono di più. Se ti conosco di più capendoti meglio, mi fido di più.
Siccome ti capisco, mi fido di te
Non è poco.
Il Legal Design per Policy più efficaci ed efficienti
Il nostro lavoro ha come obiettivo questo: progettare e disegnare Policy che funzionano, che siano efficaci, migliorino l’efficienza dell’applicazione, la relazione con gli utenti e con il pubblico e aumentino il valore oltre che la fiducia tra organizzazione e pubblico destinatario.
Questo avviene aderendo alla prassi del Legal Design che lavora su quattro principi fondamentali:
Linguaggio: il linguaggio deve essere quello del destinatario, non quello dell’emittente, altrimenti si parla a se stessi
Forma: la modalità con cui viene illustrato, argomentato e confezionato il contenuto è quella che consente di determinare l’esperienza inconscia del contenuto
Contenuto: il contenuto deve essere utente-centrico e non autoreferenziale per l’azienda
Relazione: La Policy deve consentire lo sviluppo di una relazione migliore la partecipazione e diminuire quanto più possibile l’esclusione.